100 colpi di spazzola prima di andare a dormire (13 page)

24 giugno

Adesso è notte, caro diario, e sono nel terrazzo fuori casa a osservare il mare.

È così calmo, quieto, dolce; il caldo tiepido attenua le onde e sento in lontananza il loro rumore, pacifico e delicato... La luna un po' nascosta e sembra osservarmi con sguardo compassionevole e indulgente.

Le chiedo cosa posso fare.

Lei mi dice che è difficile togliere le incrostazioni dal cuore.

Il mio cuore... non ricordavo di averne uno. Forse non l'ho mai saputo.

Una scena commovente al cinema non mi ha mai com mosso, una canzone intensa non mi ha mai emozionato e nell'amore ho sempre creduto a metà, considerando che fosse impossibile conoscerlo davvero. Non sono mai sta ta cinica, no. Semplicemente mai nessuno mi ha insegna to a far venir fuori l'amore che tenevo dentro nascosto, celato a tutti. Era da qualche parte, bisognava scovarlo... E io l'ho cercato proiettando il mio desiderio in un uni verso in cui l'amore è bandito; e nessuno, dico nessuno, mi ha bloccato il passaggio dicendo: «No piccola, da qui non si passa».

Il mio cuore è stato rinchiuso in una cella gelata ed era pericoloso distruggerla con un colpo deciso: il cuore ne sarebbe rimasto intaccato per sempre.

Ma poi arriva il sole, non questo sole siciliano che brucia, che sputa fuoco, che appicca incendi, ma un sole mite, discreto, generoso, che scioglie il gelo piano, evitando così di inondare di colpo la mia anima arida.

All'inizio mi è sembrato doveroso chiedergli quando avremmo fatto l'amore ma poi, nel momento in cui stavo per farlo, mi sono morsa le labbra. Lui ha capito che avevo qualcosa che non andava e mi ha chiesto: «Che c' Melissa?», mi chiama per nome, per lui sono Melissa, sono la persona, l'essenza, non l'oggetto e il corpo.

Ho scosso la testa: «Niente, Claudio, davvero».

Allora mi ha preso una mano e l'ha poggiata sul suo petto.

Ho preso fiato e ho balbettato: «...Mi chiedevo quando avresti voluto fare l'amore...».

Lui è rimasto in silenzio e io ero morta di vergogna, ho sentito le guance infuocarsi.

«No Melissa, no tesoro... Non devo essere io a decidere quando faremo l'amore, lo decideremo insieme se e quando. Ma saremo tu e io, insieme», ha sorriso.

Lo guardavo stupefatta e lui ha capito che il mio sguardo smarrito gli chiedeva di continuare.

«Perché vedi... quando due persone si congiungono è il culmine della spiritualità, e questo si può raggiungere solo se si amano. È come se un vortice avvolgesse i corpi e allora nessuno rimane più se stesso, ma uno è dentro l'altro nel modo più intimo, più interiore, più bello».

Ancora più stupita gli ho chiesto cosa volesse dire.

«Ti voglio bene Melissa», ha risposto.

Perché quest'uomo conosce così bene ciò che a me fino a pochi giorni fa sembrava impossibile trovare? Perché la vita fino a ora mi ha riservato malvagità, sporcizia, brutalità? Quest'essere straordinario può tendermi la mano e sollevarmi dalla buca stretta e fetida nella quale mi sono accucciata impaurita... Luna, secondo te lo può fare?

Le incrostazioni sono dure a togliersi dal cuore. Ma forse il cuore può pulsare così tanto da rompere in mille pezzi la corazza che lo circonda.

30 giugno

Sento caviglie e polsi legati a una corda invisibile. Io sono sospesa per aria e qualcuno dal basso tira e urla con voce infernale, qualcun altro tira dall'alto. Io sobbalzo e piango, a volte tocco le nuvole, altre volte i vermi. Ripeto a me stessa il nome: Melissa, Melissa, Melissa... come una parola magica che può salvarmi. Mi aggrappo a me stessa, sono avvinghiata a me.

7 luglio

Ho ridipinto le pareti della mia camera. Adesso è azzurrina e sopra la mia scrivania non c'è più lo sguardo languid di Marlene Dietrich ma una mia foto con i capelli al vento mentre osservo tranquilla le barche calcaree nel porto; dietro di me c'è Claudio che mi cinge la vita poggiando delicatamente le mani sulla mia camicetta bianca e abbassa il suo viso contro la mia spalla baciandola. Lui non sembra notare le barche, sembra proprio che sia perso nella contemplazione di noi.

Una volta scattata la foto mi ha sussurrato all'orecchio: «Melissa, ti amo».

Allora ho poggiato una guancia alla sua, ho respirato forte per assaporare il momento e mi sono voltata. Ho preso il suo viso fra le mani, l'ho baciato con una delicatezza prima di allora sconosciuta e ho sussurrato: «Ti amo anch'io, Claudio...».

Un brivido e un calore febbrile mi hanno percorso il corpo finché mi sono abbandonata fra le sue braccia e lui mi ha stretta più forte baciandomi con una passione che non era voglia di sesso, ma di altro, di amore.

Ho pianto tanto, come non avevo mai fatto davanti a qualcuno.

«Aiutami amore mio, ti prego», ho implorato forte.

«Sono qui per te, sono qui per te...», ha detto mentre mi stringeva come nessun uomo mi ha mai stretta.

13 luglio

Abbiamo dormito in spiaggia abbracciati l'uno all'altra. Ci siamo riscaldati con le nostre braccia e la sua nobiltà d'animo e il suo rispetto mi fanno tremare d'invidia. Riesco a ripagarlo di tutta questa bellezza?

24 luglio

Paura, tanta paura.

30 luglio

Io scappo e lui mi riprende. Ed così dolce sentire le sue mani che mi stringono senza opprimermi... Piango spesso e ogni volta che lo faccio lui mi tiene stretta a sé, respira i miei capelli e io poggio il mio viso sul suo petto. La tentazione è di fuggire e di ricadere nell'abisso, ripercorrere il tunnel e non uscirne mai più. Ma le sue braccia mi sostengono e io mi fido di loro e posso ancora salvarmi... 

12 agosto 2002

Il desiderio di lui forte e vibrante, non posso fare a meno della sua presenza. Mi abbraccia e mi chiede di chi sono. 

«Tua», gli rispondo, «completamente tua».

Mi guarda negli occhi e mi dice: «Piccola, non farti più del male, te ne prego. Ne faresti troppo anche a me».

«Non ti farei mai del male», gli dico.

«Non devi farlo per me, ma per te prima di ogni altra cosa. Tu sei un fiore, non lasciare che ti calpestino più».

Mi bacia sfiorando piano le mie labbra e mi riempie d'amore.

Sorrido, sono felice. Lui mi dice: «Ecco, adesso devo baciarti, devo rubarti questo sorriso e stamparlo per sempre sulle mie labbra. Mi fai impazzire, sei un angelo, una principessa, vorrei dedicare l'intera notte ad amarti».

In un letto candido ì nostri corpi aderiscono perfettamente, la sua e la mia pelle si uniscono e diveniamo insieme forza e dolcezza; ci guardiamo negli occhi mentre lui mi scivola dentro piano, senza farmi male perché dice che il mio corpo non deve essere violato, solo amato. Lo cingo con le braccia e con le gambe, i suoi sospiri si uniscono ai miei, le sua dita s'intrecciano alle mie e il suo piacere si confonde inesorabile con il mio. 

Mi addormento sul suo petto, i miei lunghi capelli gli coprono il volto ma lui ne è felice e mi bacia cento e cento volte sulla testa. «Promettimi... promettimi una cosa: noi non ci perderemo mai, promettimelo», gli sussurro.

Ancora silenzio, mi accarezza la schiena e provo dei brividi irresistibili, entra nuovamente dentro di me mentre io affondo i miei fianchi aderendo ai suoi.

E mentre mi muovo piano dice: «Ci sono due condizioni perché tu non possa perdermi e io non possa perdere te. Non dovrai sentirti prigioniera né di me né del mio amore, del mio affetto, di niente. Tu sei un angelo che deve volare libero, non dovrai mai permettermi di essere l'unico scopo della tua vita. Tu sarai una gran donna, e lo sei anche adesso».

La mia voce rotta dal piacere gli chiede qual è la seconda condizione.

«Di non tradire mai te stessa, perché tradendo te stessa farai del male a me e a te. Io ti amo e ti amerò anche quando le nostre strade si divideranno».

I nostri piaceri si fondono e non posso fare a meno di stringere forte il mio Amore, non lasciarlo mai più, mai.

Mi riaddormento sul suo letto spossata, la notte trascorre e il mattino mi sveglia con il sole caldo e luminoso. Sul cuscino un suo biglietto:

Che tu possa avere nella vita la più alta, piena e perfetta felicità, meravigliosa creatura. E che io possa farne parte con te, finché tu lo vorrai. Perché... sappilo sin d'ora: io lo vorrò sempre, anche quando non ti volterai più indietro per guardarmi. Sono andato a prenderti la colazione, torno presto.

Con un solo occhio aperto osservo il sole, i suoni arrivano morbidi alle mie orecchie. Le barche dei pescatori stanno cominciando ad attraccare dopo una notte trascorsa in mare. Un viaggio nell'ignoto. Una lacrima mi attraversa il viso. Sorrido quando la sua mano sfiora la mia schiena nuda e mi bacia la nuca. Lo guardo. Lo guardo e capisco, ora so.

Ho concluso il mio viaggio dentro il bosco, sono riuscita a scappare dalla torre dell'orco, dalle grinfie dell'angelo tentatore e dei suoi diavoli, sono fuggita via dal mostro androgino. E sono finita nel castello del principe arabo, che mi ha attesa seduto su un cuscino soffice e vellutato. Mi ha fatta spogliare delle mie vesti logore e mi ha dato abiti da principessa. Ha chiamato le ancelle e mi ha fatto pettinare, poi mi ha baciato sulla fronte e ha detto che mi avrebbe osservata mentre dormivo. Poi, una notte, abbiamo fatto l'amore e quando sono ritornata a casa ho visto i miei capelli ancora lucenti e il trucco intatto. Una principessa, come dice sempre mia madre, così bella che anche i sogni vogliono rubarla.

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epub: maciej socha Gdynia 2012

PIERWSZA STRONA

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